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Come faccio la mia parte...oggi desidero condividere alcune riflessioni.

Con tante amiche/i e colleghe/i naturopate, anche domenica durante l’aggiornamento tecnici, condividevamo tra noi la tristezza e la frustrazione della nostra categoria (Naturopati, ma anche in generale di tutti gli operatori olistici) di non essere stati minimamente considerati come valido supporto e aiuto all’emergenza covid. Ovviamente in collaborazione, sinergia e integrazione con la medicina occidentale, che sovraccarica di casi all’ultimo stadio non ha potuto occuparsi più di tanto della prevenzione, del terreno di base, della promozione delle cosiddette ‘buone abitudini’ e di ‘stili di vita salutari’.

Saremmo stati più che felici di fare la nostra parte, mettendo a disposizione la nostra esperienza e conoscenza delle nostre tecniche manuali ed energetiche, come delle erbe, degli oli essenziali etc. (a seconda della propria specializzazione).

Abbiamo invece dovuto metterci da parte, chiudendo i nostri studi. Riservando a parenti e amici le nostre competenze, quelle che era possibile condividere via telefono.

Comunque, fedeli e coerenti con le nostre scelte di vita e professionali, non ci siamo arresi e abbiamo trovato e continuiamo a trovare modi alternativi per essere vicini e di supporto, comunque a norma di legge, a chi conoscendoci chiedeva il nostro sostegno.

Molti si sono adattati, molto spesso su richiesta dei propri clienti ‘storici’ a fare consulenze telefoniche o in videochiamata, quasi sempre gratuite perché mossi dal desiderio di fare del bene e di dare il proprio contributo in un periodo critico.

Molti altri professionisti, soprattutto chi lavora col contatto o comunque in presenza (che sia la reflessologia, lo shiatsu o altro), non potendo fare nulla in forma telematica si sono sentiti con le mani legate. C’è chi si è sentito svalutato, chi non considerato, chi addirittura osteggiato, inclusi nel generico calderone dei ‘servizi alla persona’ messi in lock down.

Ci siamo presi anche noi il tempo per elaborare le emozioni che ci si muovevano dentro, vedendole, accettandole, accogliendole e integrandole in una comprensione ancora più profonda del valore di quello che portiamo e come lo facciamo.

Eppure ci sono da decenni studi e articoli scientifici sull'efficacia di tante tecniche. Un esempio eclatante sono gli oli essenziali: dimostratisi più potenti ed efficaci dei più comuni disinfettanti di sintesi, con notevoli minori rischi e semmai effetti collaterali benefici (leggi ad esempio: "Air dispersed essential oils combined with standard sanitization procedures for environmental microbiota control in nosocomial hospitalization rooms" - 2/2016. LINK: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0965229916300139 ). Eppure i pochissimi prodotti a base di alcol e oli essenziali, riconosciuti anche dal ministero della salute come presidio medico riconosciuto per la disinfezione da batteri e funghi, sono pressoché sconosciuti (un esempio: Sonett igienizzante vegetale http://www.sonett.eu/eur/index.php?id=32&lang=it ), forse perché non brevettabili e facilmente riproducibili da chi ha le necessarie conoscenze in materia?

Siamo in tanti, naturopati e operatori olistici in generale a metterci in gioco (con i mezzi a norma di legge e di sicurezza), ognuno con le sue peculiari caratteristiche, per essere al servizio di chi desidera prendersi cura di se; lavorando a monte, sulla propria salute.

Personalmente ho scelto di mettermi a disposizione in vari modi:

- rendendo gratuito ed aperto a tutti il corso Sentiamoci (meditazione, autoascolto, rilassamento, antistress), adattato alla forma on line

- portando approfondimenti a tematiche di utilità, negli incontri tra mamme del Mommy meet up

- rendendomi disponibile per consulenze telefoniche

- proponendo conferenze gratuite, come quella di giovedì 14 Maggio alle 18, dove proporre spunti di riflessione, esercizi e buone abitudini

(iscriviti qui: https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZItcOuppjwrHNdSqMCOd-1DkKkUHEZiBhtu )

Possiamo scegliere di prenderci cura di noi, in modo olistico, in vari modi,

tra cui ne riassumo tre per me principali:

Lavorare sul disagio, quando ormai è manifesto: in cooperazione col proprio medico di fiducia o specialista del caso, per comprenderne il messaggio, alleviarne i sintomi e trasformarlo (ma implica che ormai siamo nel dolore/sofferenza/disagio)

Lavorare sulla prevenzione: richiede una costante valutazione dei rischi e assunzione delle misure protettive (sicuramente valido, ma ci tiene comunque focalizzati nell’evitare di stare male e quindi sul disagio, con conseguente dispendio di tempo ed energie)

Lavorare a monte: portiamo l’attenzione allo star bene. Come stimolare ed aumentare il nostro benessere, la nostra salute fisica e psico-emozionale. La nostra ‘base-line’. (ma richiede di amarci, forse un po’ più di quello che siamo abituati a fare…)

Giovedì 14 Maggio alle 18.00, durante la conferenza teorico-esperienziale “la scala del benessere”, parleremo del ‘lavorare a monte’

Per informazioni scrivete ad associazionelanfora@gmail.com oppure contattate Linda al 329.2514630

Oppure iscriviti gratuitamente seguendo le istruzioni al seguente link:

https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZItcOuppjwrHNdSqMCOd-1DkKkUHEZiBhtu

Linda naturopata dell'Anfora


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