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8 marzo 2019 - L'equità di genere inizia in casa


Quando si parla di equità tra uomo e donna, io penso che bisognerebbe stravolgere completamente la società in cui viviamo e riorganizzarla da capo!

Sì, forse sono drastica, ma non credo che i vari piccoli aggiustamenti che ogni tanto gli uomini concedono alle donne a mo' di contentino possano realmente fare la differenza. D'altra parte una rivoluzione sociale non è possibile se non è preceduta da una rivoluzione culturale: le donne per prime devono prendere consapevolezza del proprio valore e del proprio potere. Questo, secondo me, è il primo fondamentale step e quello su cui vorrei lavorare tramite L'Anfora!

Nella mia famiglia c'è parità di genere: il mio compagno ed io ci occupiamo in modo interscambiabile della cura di casa e figli, della cura reciproca e del lavoro professionale fuori casa. E' stato un passaggio graduale: io mi sentivo in dovere di farmi carico delle faccende domestiche (in quanto donna!) ma, soprattutto a causa del mio lavoro su 3 turni, l'impresa era difficile e così abbiamo cominciato a riflettere sul fatto che la casa era vissuta da entrambi, che quindi avevamo pari doveri. Certamente si è sempre tenuto conto del tempo disponibile di ciascuno e della preferenza o meno a fare certi lavori!

Oggi, dopo 16 anni di convivenza, quando racconto la mia esperienza le donne mi dicono che sono... FORTUNATA! Anzi, "fortunata ad avere un uomo che mi AIUTA"! Noooo, non è stata fortuna, ma un grande lavoro sulla consapevolezza di entrambi (casomai sono fortunata ad avere accanto un uomo in grado di sostenere i miei dibattiti ideologici!). Noi sappiamo bene che non c'è tra noi uno responsabile dei lavori domestici e uno che "aiuta": ognuno (e piano piano anche i nostri figli) fa la sua parte, non in maniera equa (stesso tempo e stessi lavori) ma equilibrata (in base a disponibilità di tempo, preferenze e necessità).

Vorrei che le donne prendessero consapevolezza prima di tutto di questo: la maggior parte delle donne che conosco ha un lavoro retribuito fuori casa e poi suda sette camicie per sbrigare da sola tutti i lavori domestici e accudire i figli. Vorrei che si rendessero conto che non è un dovere esclusivamente loro, anche se questo non modificasse inizialmente la routine domestica. Vorrei che poi guidassero i loro compagni e i loro figli in questa consapevolezza perché così cambierà la cultura, sia dentro che fuori dalle mura domestiche!

Vorrei che donne e uomini insieme crescessero i propri figli nella parità di genere, consentendo loro di scegliere i giochi e gli sport secondo le proprie preferenze, indipendentemente che la società li consideri da "femminuccia" o da "maschietto" (o da "maschiaccio" come purtroppo a volte si sente dire). Vorrei che insegnassero sia ai figli sia alle figlie a rifarsi il letto, a sparecchiare la tavola e ad aggiustare l'elettrodomestico che si è rotto. Vorrei che spiegassero loro che sì, i bambini vengono partoriti e allattati dalla mamma, ma sono un bene per tutta la società ed è per questo che una donna non dovrebbe essere penalizzata sul posto di lavoro quando sceglie di diventare madre: il congedo parentale esiste per favorire gravidanze e parti più fisiologici e un tasso di allattamento al seno più alto e, di conseguenza, cittadini più sani e forti, a vantaggio di tutti!

Ho fatto solo pochi esempi, e neanche i più importanti, in un mare di ineguaglianze, solo per sottolineare quanto la nostra vita quotidiana sia profondamente impregnata di differenze basate sul genere delle persone e su quanto sia importante, a parer mio, lavorare su questo aspetto di base che spesso a parole è già dato per consolidato.

Io ci credo in un cambiamento possibile, lento forse, ma inevitabile e inarrestabile, e ce la metto la mia goccia nell'oceano di questo cambiamento!

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